Riporto in questa sezione alcuni degli elaborati da me prodotti durante il corso per Educatore professionale socio-pedagogico dai quali credo si possa capire la mia visione personale e il mio approccio all’educazione ambientale.

Questo è il project work per l’esame di Psicologia Sociale che rporta una discussione ragionata dei risultati al test sul gioco che ho prodotto e che puoi trovare qui .

Riporto il paragrafo iniziale, se poi sei interessato a tutto il testo puoi trovare il pdf scaricabile in fondo.

 

Il divertimento è una cosa seria
“Dimmi e io dimentico, Mostrami e io ricordo,
Coinvolgimi e io imparo”
B. Franklin
Etivity di Matteo Tamburini per il corso
Psicologia Sociale e della relazione IUL- Docente Prof. Silvia Panzavolta

Descrizione del tipo di indagine progettata

L’Oggetto di indagine della mia etivity è stato quello di Valutare la predisposizione al gioco (consapevole e inconsapevole) in ambito didattico in adulti e adolescenti, valutare quali degli stimoli proposti siano più adeguati e raccogliere informazioni più generali sulle attività ludiche svolte. Nello specifico se e quando c’è una risposta positiva allo stimolo e se la risposta è coerente con ciò che è dichiarato (c’è un pregiudizio nei confronti del gioco?).

Descrizione del percorso osservativo
Per condurre questa indagine sul gioco ho deciso di elaborare un test interattivo con domande generali legate all’anagrafica della persona come età e professione, domande più personali legate al gioco (e altre meno direttamente legate al gioco), e giochi di vario tipo per cui si è chiesto la partecipazione attiva(vedi di seguito il dettaglio). Il test è stato caricato sul mio sito personale (www.navarre.it), aperto a tutti e compilabile usando dispositivo mobile o PC. La diffusione del test è stata fatta usando canali personali (amici e passaparola) e grazie alla gentile intercessione della professoressa Panzavolta attraverso la piattaforma IUL diretta agli iscritti del corso Psicologia dello Sviluppo.

RelazioneERisultatiTestSulGioco(1)

Questo invece è l’elaborato finale.

 

“…Coinvolgimi ed io imparo.”1


Project Work finale per il corso
Educatore Professionale socio-pedagogico
Relatore Prof. ssa Silvia Panzavolta
Studente: Matteo Tamburini


1 “Dimmi e io dimentico, mostrami e io ricordo, coinvolgimi e io imparo” B. Franklin

 

 

Analisi di contesto dei dati pre esistenti e delle eventuali criticità rilevate

Introduzione


Sono laureato in Scienze della Natura e guida ambientale escursionistica. Da anni ormai, insieme ad attività di ricerca, di consulenza e di turismo esperenziale, mi occupo soprattutto di educazione ambientale. Progetto percorsi didattici legati all’ambiente o a tematiche scientifiche che svolgo poi in prima persona in scuole primarie e secondarie. Mi capita spesso di essere chiamato dai docenti per elaborare interventi su argomenti specifici legati ad una parte del programma didattico, in modo da ampliare ed approfondire ciò che è stato già svolto in classe, oppure semplicemente, per incoraggiare la curiosità per l’ambiente e la conoscenza del territorio. Ho inoltre partecipato e tutt’ora partecipo a vari progetti PON, strutturati e multidisciplinari, in qualità di “esperto” ambientale. Sono inoltre iscritto nelle graduatorie di supplenza di II fascia per l’insegnamento e ho avuto una piccola esperienza come Supplente, per qualche mese, in una scuola media del circondario.
Grazie al percorso intrapreso con il corso per Educatore professionale socio-pedagogico, volgendomi idealmente indietro, mi rendo conto che molti dei miei progetti hanno talvolta tralasciato, pur in buona fede e per poca conoscenza, aspetti ed occasioni che sarebbe stato giusto cogliere e sviluppare maggiormente per rendere il lavoro svolto più efficace, formativo e professionale.
Il mio project work nasce proprio per questo, per cercare di fornirmi una sorta di modus operandi, una check list e uno strumento operativo di ciò che occorre per fare emergere, e non mancare, buone occasioni formative (o almeno cercare di mancarne il meno possibile). Mi rendo conto infatti che troppo spesso ho considerato al centro dell’intervento didattico solo il bisogno del docente (“spiegare l’energia”, “approfondire la fotosintesi”, …) o del progetto (4 ore di escursione in natura,…), e il come farlo in maniera PER ME più corretta (pur sforzandomi sempre di pensare come uno studente e cercando di divertire e appassionare), e considerando solo marginalmente (e/o considerandoli senza metodo), i reali interessi, i talenti, le dinamiche interne, I bisogni speciali e le passioni del gruppo di alunni e delle alunne che mi sarei poi trovato di fronte.

Non posso non scordare, durante la mia breve esperienza di supplente in una scuola media la collega di Matematica e Scienze, davvero molto preparata e capace, lamentarsi dal fatto che, avendo provato ad usare il gioco della briscola per spiegare il calcolo delle probabilità ai suoi alunni, questi non conoscessero il popolare gioco di carte. Non si limitava soltanto a costatare il fatto ma si lanciava in una critica verso le giovani generazioni “tutte cellulari, giochi stupidi e divano”. Tuttavia credo fortemente che quando si è docenti, pur con i mille probemi e difficoltà che la professione comporta, non ci si possa permettere di perdere la curiosità, la voglia di conoscere i propri alunni e i loro interessi, anche se questo vuol dire dover studiare cose considerate non rilevanti, imparare un gioco nuovo o ritrovarsi fuori dalla propria rassicurante comfort zone. Gli alunni di cui si lamentava quella professoressa, potevano non conoscere la briscola ma avevano per certo nuovi giochi di carte utili e più familiari per poter spiegare il calcolo delle probabilità in maniera perfino più efficace (di sicuro più attrattativa per quell’età) della briscola.“…

ProjectWork_MatteoTamburini

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